2019-10-07

AirHive: siamo quello che respiriamo

Ecco il team di AirHive: da sinistra a destra compariamo io, Andrea Carpi (Ingegneria Biomedica), Giulio Vaccari (studente di Ingegneria dell'Automazione) e Davide Zanatta (anche lui studente di Ingegneria dell'Automazione), tutti e tre al Politecnico di Milano.

Siamo noi le menti che hanno ideato e progettato AirHive. Il nostro progetto è nato da un'idea semplice benchè ambiziosa: capire se quello che respiriamo può nuocere alla nostra salute.

Il tutto è partito durante un hackathon della NASA a cui abbiamo preso parte nell'ottobre di un anno fa (nel 2018). La competizione si svolse proprio nei giorni successivi a un grande incendio in un sito di smaltimento e stoccaggio rifiuti nell'area metropolitana di Milano. In poche ore l'aria era diventata irrespirabile in tutta la città per via del fumo liberato dall'incendio. Capimmo che la strategia migliore per affrontare la competizione della NASA sarebbe stata quella di tentare di risolvere prima i problemi che abbiamo qui, sulla terra, piuttosto che lanciarci in fantasie sullo spazio. Ci iscrivemmo nella categoria della competizione chiamata "Health makes Wealth" - "La salute è ricchezza" proprio con l'obiettivo di formulare una soluzione per il monitoraggio e la previsione degli inquinanti nell'atmosfera. Di lì a meno di 48 ore sarebbe nato AirHive.

Il nostro progetto piacque molto ai giudici, che ci premiarono con la global nomination, cioè la candidatura alla fase globale della challenge. Non è facile descrivere la forte emozione che provammo. Eravamo tutti molto fieri della nostra idea, ma nessuno si aspettava che tre studenti del secondo anno di ingegneria potessero competere e vincere contro professionisti del settore, laureati e Phd.

Nei giorni successivi alla competizione cominciammo a darci da fare per definire la roadmap e quali fossero gli step successivi per dare vita a AirHive. Incontrammo incubatori di startup, imprenditori e venture capitalist: non vedevamo l'ora di iniziare. A un anno di distanza siamo cresciuti e maturati come team. Abbiamo saputo imparare l'uno dall'altro e abbiamo superato insieme le numerose difficoltà che si sono presentate, senza mai smettere di credere nel nostro progetto.

Dopo 365 giorni il nostro sito è stato tradotto in cinque lingue (Italiano, Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo), la nostra app è quasi pronta per essere lanciata e stiamo lavorando per cominciare una fase sperimentale nei comuni italiani.